top of page

Biomimesi nel lavoro di Tony Cragg

Aggiornamento: 28 mar 2019


Esiste una connessione ancestrale tra l’uomo e la Natura.

Sin dall’antichità, la Natura rappresenta la maggiore fonte di ispirazione per il genere umano e per il suo operato, in cui il legame uomo-natura è da sempre molto forte ed evidente.

Basti pensare ai poeti, letterati, scultori, pittori, architetti, che nel passare dei secoli ne hanno contemplato la bellezza, la maestosità, nonché la sua struttura armonica perfettamente funzionante e funzionale; qualcosa di spontaneo, privo dell’artificio dell’uomo, ciononostante straordinariamente perfetto.

Pertanto non si tratta di una mera questione decorativa, bensì di un modo di vivere sinergico, instaurato tra la Natura e gli esseri viventi, che abitano gli ambienti circostanti e se ne appropriano, talvolta adattandosi ad essi, altre volte adattandoli alle proprie esigenze, emulando la Natura stessa e ispirandosi ad essa.

Tony Cragg, False Idols. Photo by John Berens.

Tony Cragg, scultore nato nel 1949 a Liverpool e trasferitosi in Germania all’età di vent’anni, dove ad oggi vive e opera, vincitore del Premio Turner nel 1988, è conosciuto in tutto il mondo per le sue opere dalle forme fluide e organiche.

Alla base della sua ricerca artistica vi sono gli studi alla Technical High School, e successivamente l’esperienza presso i laboratori della National Rubber Producers Research Association, dove entra in contatto con i fenomeni atomici, subatomici e con la biochimica.

Cragg ha iniziato la sua carriera con installazioni realizzate in site-specific, utilizzando materiali di recupero.

Dalla fine degli anni '90 da’ una svolta al suo lavoro, dedicandosi alla realizzazione di lavori più raffinati e sofisticati, che rendono le sue creazioni piene di movimento.


Se “il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”, possiamo affermare che attraverso l’operato dell’uomo/artista avviene quella che per Cragg è una “selezione innaturale”, poiché emulare la forma non è una questione spontanea, quindi appartenente alla Natura e alle cose naturali del mondo, bensì il prodotto dell’artificio diviene la rappresentazione dell’effetto di un attimo, di una scelta esatta, governata e governabile, pertanto “innaturale”.


Tony Cragg, In an Instant, 2014. Photo by Charles Duprat

Le sculture di Cragg per l’esposizione del 2016 "Unnatural Selection" presso l’Hessisches Landesmuseum Darmstadt, creano un'interessante giustapposizione tra lo stile quasi religioso dell'architettura delle sale e le forme futuriste di Cragg .

Tutte le opere esposte, riflettono le ricerche dello scultore, nonché la sua assoluta padronanza dei materiali.

Tony Cragg, Outspan, 2007. Photo by Charles Duprat.

Nel lavoro “Outspan” (2007) per esempio, siamo portati via dalla fluidità e dall'eleganza quasi digitale di una brillante forma di torcitura gialla fatta di bronzo; allo stesso modo le opere “False Idols” (2011) e “Mental Image” (2007) creano associazioni tra forme conosciute e sconosciute, fondendo il naturale con l'artificiale in modo affascinante e inquietante.



di Ambra Scalisi


Ambra Scalisi, nata a Roma da famiglia siciliana nel 1990, vive a Palermo, dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti. Nel 2017, grazie a una borsa di studio, ha vissuto a Bilbao, e studiato presso la "EHU/UPV Università dei Paesi Baschi". La sua produzione è basata sulla ricerca costante della descrizione del genere umano e dei singoli individui, attraverso "ritratti" realizzati con l'inserimento di immagini e parole-chiave, a volte tramite collage e sovrapposizioni visive, altre grazie l'ausilio della realtà aumentata.


138 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page