Nel 2015 Fabio Viale presenta Doppio Mondo, una coppia di palloni da calcio finemente realizzati in marmo. Che cos’è questo doppio mondo? È tutto e il contrario di tutto; è il nostro sguardo che osserva ma che non riconosce; è il nostro presente che diventa passato; siamo noi e sono altri. È il luogo d’incontro di due realtà che, proseguendo nella loro ostinata direzione, decidono di partorire qualcosa all’infuori di esse.
Fabio Viale, nato a Cuneo nel 1975, concede una forma ed uno spazio alla nostra doppia natura: come essere umani costretti nei propri limiti e come essere pensanti in grado di raggiungere traguardi inimmaginabili.
Il marmo è il suo alfabeto; ritorna agli antichi materiali e ne dà un’idea tutta nuova, postmoderna. Ne scaturiscono forme inusuali, provocatorie ed eccentriche. Una sorta di ritorno al Dadaismo, nella sua stravaganza concettuale, mischiato alle geometrie perfette della scultura Classica.
Da questa congiunzione di visioni e stili diversi, ne deriva una riflessione attualissima e spiazzante, al limite del profetico. Che cosa fanno i Kouros se non ribadire il corso e il ricorso della storia umana? Viale prende un simbolo della scultura greca e lo ricopre con violenza di tatuaggi appartenenti a una cultura di sottobosco tipica degli ambienti penitenziari. Prende in prestito il classico per ribadire un concetto moderno e questo funziona sopratutto oggi che lo sguardo al passato è un concetto più forte che mai.
Ma l’artista spazia (e spiazza) nei suoi contenuti, approfondisce il senso del suo linguaggio a partire dalla materia prima della sua arte. Porta la lavorazione del marmo fino alle estreme conseguenze, trasformandolo in qualcosa di diverso e contrario. Lo fa con Earth: la durezza della materia scompare per trasformarsi in un simbolico pneumatico per macchine. Il marmo che diventa gomma, la natura che diventa artificiale; questo è il doppio mondo.
Ma è un mondo che gioca anche di sottrazione e Viale percorre la via della performance innescando una riflessione sul ruolo dell’arte stessa. Con Souvenir (Madre) Viale attua un furto clamoroso, sottraendo la figura del Cristo sofferente dalle braccia della Madre nella Pietà di Michelangelo. Un gesto provocatorio come fu quello di Duchamp e la sua Gioconda con i baffi, affinché si dilati così il perimetro entro il quale un’opera possa considerarsi arte o plagio o, deprecabilmente, immondizia. Anche questo è il doppio mondo. E se non ne siete pienamente soddisfatti non c’è problema.
Potete salire a bordo di Aghalla e lasciarvi cullare dalla lenta ma inesorabile corrente del mare, fino a raggiungere luoghi esotici mai conosciuti fino ad ora.
Perchè a Viale interessano anche le connessioni di idee con le quali vuole dimostrare che per ogni cosa esiste un suo doppio; così un sasso che rimbalza energicamente sul pelo dell’acqua tramuta fino a diventare una barca di marmo in grado di navigare nei porti d’Italia e del mondo. Assurdo vero? Si lo è, ma questo è il doppio mondo.
Andrea Rizzo Pinna nasce a Palermo nel 1991 e vive ad Agrigento. Appassionato da sempre dell’“atipico” e dell’”inusuale”, è un grande divoratore di cinema e letteratura. Sceglie di formarsi come videomaker e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Vive a Valencia per un anno e al ritorno inzia a coltivare un particolare interesse per la fotografia analogica. Così, mentre continua a viaggiare, non si separa mai dalla sua Chinon, sperimentando sempre nuove pellicole e diversi processi di sviluppo.
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