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Roberta Gennaro: la scrittura fotografica.

Aggiornamento: 30 nov 2018


La nostra Laura Gullotta ha incontrato l’artista di Cosmorama Roberta Gennaro per farsi raccontare il suo mondo.



Pellicola 35 mm a colori, agosto 2018

L - Il paesaggio è un elemento spesso presente nelle tue opere e in Cosmorama si fa ancora più presente riversandosi sulle pareti della stanza. Qual è il tuo rapporto con il paesaggio e quanto di Palermo c’è nelle tue opere?


R - Credo sia un retaggio dei miei studi di architettura. Più che con Palermo, il rapporto con il paesaggio siciliano immagino di portarmelo dietro in maniera inconscia. L'architettura e la materia, lo spazio, la ricerca della sezione aurea e della luce, sono elementi onnipresenti e sono solamente l'origine dei miei lavori. Dal punto di vista semantico infatti credo che sia più complessa questa relazione: io tendo ad associare la mia produzione alla “scrittura automatica” come la definisce Joyce, quindi inconscia, raramente lucida.



L - Cosa ti stimola creativamente?


R - Soprattutto leggere. La direzione del mio lavoro è stata molto influenzata dalla lettura diFotografia e Inconscio Tecnologico di Franco Vaccari e in particolare da una frase che è diventata parte della mia ricerca e che mi tormenta da sempre: il segno è cioè l'atto di unificazione di un significante a un senso, ed è quest'atto a produrre una significazione. [...] solo il rapporto con gli altri segni conferisce al segno particolare la sua specificità.

Penso anche che studiare i grandi fotografi come Bernd e Hilla Becher abbia influito sulla serialità del mio lavoro; ho ricercato e studiato gli insegnamenti di Thomas Ruff e a modo mio, pur essendone ispirata, ho sempre cercato di sfuggire all’oggettività della Scuola di Dusseldorf.



L - La fotografia è il medium principale attraverso cui ti esprimi, tu sei autodidatta: come hai cominciato?


R - Durante gli studi in Accademia di Belle Arti qui a Palermo la docente del corso di Allestimenti degli spazi espositivi al triennio aveva chiesto delle ricerche: la cosa che ho fatto prima di tutto è stata scaricare immagini da internet per comporre l’analisi del progetto. Da lì la fotografia è diventata una sorta di strumento diagnostico che, dal mio punto di vista, si avvicina molto al concetto di radiografia.



L - Le tue opere si basano molto sulla sperimentazione e richiedono particolare attenzione da parte dello spettatore. Come pensi che il pubblico debba approcciarsi alla tua arte? Cosa vuoi suscitare?


R - Non saprei. Vorrei solo creare spunti di riflessione, instillare dubbi e curiosità in chi osserva.



L - Parliamo di sperimentazione: con che tipo di materiali lavori?


R - Ho conosciuto e studiato diversi modi di fare arte, ho sperimentato materiali come il cemento, il gesso, la malta per affresco e li ho sfruttati per fare fotografia. Anche in questo caso, la mia ricerca si trasforma in una ricerca diagnostica: un’analisi continua di reazioni tra un materiale e un altro, come se volessi spogliare qualcosa per conoscerne meglio il contenuto. Direi che la curiosità è la base di tutto. Costruisco macchine fotografiche rudimentali e questo mi permette di spaziare e ricercare nuovi materiali da impiegare per i miei studi. Dò molta rilevanza alla pellicola fotografica, che molte volte tratto come oggetto/scultura, alla ricerca di archivi e alla stampa tipografica.



L - Hai dei riferimenti, personaggi che con il loro lavoro ti hanno ispirata?


R - Sicuramente dei personaggi come Primoz Bizjak e Mustafa Sabbagh hanno lasciato il segno; ho collaborato con loro per breve tempo e da loro ho assorbito “caratteristiche” (rigore da Sabbagh, tecnica e rapporto con il paesaggio da Bizjak) che elaboro e utilizzo nel mio operare.



L - Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

R - Nel prossimo futuro e in quello lontano voglio continuare a fotografare.



Pellicola 35 mm a colori, agosto 2018




Cosmorama è in mostra a cura di Apparte Home Gallery a casa di Silvia il 28,29,30 settembre 2018.

Roberta Gennaro nasce a Palermo il 10.02.1988. Si diploma nel 2007 presso il Liceo Artistico E. Catalano. Nel 2010 inizia a frequentare il corso di Progettazione dei Sistemi Espositivi e Museali, presso l’ Accademia di Belle Arti di Palermo, dove nel 2015 si diploma con una tesi in Fotografia dal titolo “Pixel: progettare un’immagine”, relatore Carmelo Bongiorno.

A marzo 2018 ha conseguito il diploma del biennio specialistico in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo con una tesi sperimentale che mette in relazione la fotografia e l’affresco dal titolo “Matrice”.

Durante gli anni di formazione ha svolto attività di tutorato presso la Galleria X3 di Palermo in collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Gibellina e lavorato come fotografa presso l’Associazione di Promozione Sociale N38E13 di Palermo.

Tra il 2015 e il 2017 ha svolto attività di documentazione fotografica e video, collaborando con l’organico di Manifesta 12, con la GAM di Palermo e con Fabrica Treviso per la mostra “Imago Mundi” di Luciano Benetton.

Attualmente si occupa di ricerca e fotografia sperimentale sia analogica che digitale.


Contatti: letizia.gennaro@gmail.com





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